Marco Parente
Intervista su L'attuale jungla
da MusicBoom (www.musicboom.it)

Parole come immagini

Perché questo titolo, "L'attuale Jungla"?

Al di là della natura stessa del disco, tratto da vari concerti, c'è un'idea concettuale. "L'attuale Jungla" era l'unico brano del libro trasparente non incluso nel precedente disco di studio. Credo sia anche un'efficace rappresentazione dei tempi che viviamo.

Se i dischi sono fotografie necessariamente statiche, cristallizzate, che fermano il fluire di tempo e idee, questo live sembra invece in costante movimento. I pezzi sono entità in divenire, nel tentativo di superare i limiti di un normale album dal vivo. L'effetto greatest hits non c'è. Tutt'altro.

Certamente il disco è molto legato all'ultimo "Trasparente", che rappresenta un po' un punto.
La scaletta si sofferma per lo più sui brani lì contenuti, ma non era inevitabile: la scelta poteva essere diversa.
Le canzoni sono state riarrangiate, rielaborate, in un processo di lavoro continuo, con l'orchestra di Mirko Guerini e mirati innesti d'elettronica.

L'orchestra, già componente importante di "Trasparente", anche se solo in un paio di brani. Parliamo di un album riuscito, ricco di sfumature, "vestito" dall'uso degli strumenti ma anche "nudo" nel mostrare l'anima attraverso la voce.

Grazie. In effetti la voce è una componente fondamentale per me. In quel disco è messa in primo piano. Gli arrangiamenti confezionati da Manuel, poi, sono notevoli. (il disco venne prodotto da Manuel Agnelli, ndI)

Sei un'artista con un ricco bagaglio di esperienze. Penso al ruolo di batterista con i CSI, alle collaborazioni con Agnelli - appena ricordata - con Cristina Donà, Carmen Consoli. Per non parlare del tributo a Robert Wyatt e della recente collaborazione con gli Almamegretta…

Il senso stesso dell'arte è nel confronto. È un territorio di scambio, un movimento continuo, aperto.
Se ci si chiude alla possibilità di conoscere e crescere attraverso altri punti di vista, c'è la morte dell'arte...

Le parole, i testi delle tue canzoni hanno uno spessore che le avvicina alla poesia.

Non sta a me dirlo, ma in genere credo sia diverso. La canzone poggia sull'insieme di musica e parole, la poesia invece lascia la sua ragion d'essere sul foglio, con le sole parole.
Non riesco a immaginare i testi delle mie canzoni senza la musica.

Com'è il tuo rapporto con la letteratura?

Sono un lettore disordinato e distratto, saltuario. Prendo spezzoni dai libri, senza un metodo.

Dove nasce la tua passione per la musica? Cosa c'è nei tuoi ascolti?

La musica ha una fruizione più semplice: puoi ascoltare distrattamente un disco, ma non puoi leggere un libro senza concentrarti. Il mio primo amore, da piccolo, erano i Kiss.
Ascolto l'avanguardia americana, mi è piaciuto l'ultimo lavoro di David Sylvian.
Tra i miei punti cardine c'è il White Album dei Beatles, una panoramica insuperata. C'è tutto in quel disco.

Cos'è per te il pop? Che senso gli attribuisci?

Da un lato richiama la commercialità, ma nel suo senso più bello è un concetto che assimila tutti i generi di musica popolare diffusa nello spazio.

E così torniamo all'apertura: sul tuo sito c'è una sezione chiamata "canzoni aperte"...

Si, ho inserito on-line frammenti della mia musica offerti per uso artistico a chiunque vorrà servirsene. Le canzoni, i loro pezzi, vivono di vita propria.

Cosa ti aspetta? Hai progetti in cantiere?

Un tour che ho preparato con cura, con l'orchestra. C'è la promozione per "L'attuale Jungla"... a febbraio sarò a Napoli, alla FNAC.

Ti aspettiamo, allora...

Grazie




di Alfonso Tramontano Guerritore

se la pace ha una pistola.. l'obbiettivo cambia bersaglio